Esiste a Cava  –  ma un po’ dappertutto – una sofferenza sommersa, profonda, diffusa. Una sofferenza che non fa notizia – se non occasionalmente e in maniera spesso clamorosa e shoccante – che è vissuta in silenzio e che trova un ascolto limitato, insufficiente. Un ascolto e qualche debole risposta da poche e spesso malmesse istituzioni pubbliche e qualche gruppo di volontariato.

E’  la sofferenza di quelle famiglie che hanno al loro interno un proprio membro portatore di problemi gravi che si collocano tra la sfera sanitaria e quella sociale e psicologica. 

Si tratta di ragazzi tossicodipendenti gravi, anziani con demenza di Alzheimer, persone con severa disabilità, giovani autistici, sofferenti psichici gravi talvolta anche fortemente aggressivi, giovan@ con patologie anoressiche o bulimiche donne che subiscono violenze soprattutto da parte del coniuge.. e si potrebbe continuare.

E’ difficile immaginare, per chi non vive queste condizioni, l’impatto devastante che esse hanno sui nuclei familiare e l’infelicità che inevitabilmente comportano.

Sono convinto, anche se questa sensazione non è, per il momento, sostenuta purtroppo da dati più precisi che non le sensazioni che uno psichiatra prova nel suo studio con frustrazione e senso di impotenza e alcuni indicatori che emergono dalla situazione nazionale – sono convinto, dicevo, che qui a Cava tali situazioni siano causa della sofferenza più profonda e diffusa e a cui siamo meno attenti ( fatte salve lodevoli eccezioni ).

Si può fare qualcosa in più di quello che attualmente, spesso con sacrifici personali, si riesce a fare? Io credo che il Comune possa, per esempio, mettendo in campo risorse anche molto limitate assumersi il compito di coordinare, organizzare e mettere in rete tutto quello che in maniera sparsa e disorganizzata esiste e produce risposte, pure utili, ma largamente inadeguate ai bisogni che spesso non vengono espressi anche perché non si conosce l’interlocutore competente. 

Ecco, mi piacerebbe discutere di questo.

5 thoughts on “Enzo De Leo: Una città disattenta

  1. Mi pare una proposta sensata e fattibile quella di Enzo. Ci vuole ascolto accoglienza e condivisione. Una piccola rete con luoghi di consulenza per trovare punti di riferimento e venire indirizzati. Non so con quale forma. Forse uno sportello con operatori che affianchino la ASL

  2. Sicuramente una mancanza di sensibilità diffusa, ma affidarne la soluzione ad una struttura pubblica, considerata la scarsa efficienza di queste ultime, divise fra interessi particolari e di partito, mi sembra uno scarico di responsabilità. … non che abbia una proposta alternativa, solo sfiducia.

  3. Il tipo di sofferenza descritta da Enzo è più diffusa di quanto un ‘estraneo’ possa immaginare. Le famiglie che vivono questo genere di problemi sono veramente tante, e purtroppo – credo – gli interventi effettuati da chi può farlo, finora, sono ‘epidermici’, diciamo superficiali e quindi molto poco efficaci. Avvilisce anche molto l’indirizzo preso da chi ci governa, che è quello di ridurre i fondi, di snellire e quindi talora sopprimere le procedure.

  4. La società di cui sono presidente,”Unlimited Sport”, nel suo piccolo, ma in modo professionale, permette ai ragazzi autistici e con sindrome di Down di praticare il basket (sabato, dalle ore 12:00 alle 13:00 presso Pal.Balzico)
    Alfonso De Pisapia

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