Napoli Milionaria

Ieri sera ho visto il film Napoli Milionaria su RAI1, una trasmissione scorrevole e non noiosa, ma terminata la proiezione ho sentito il bisogno di rividere la ripresa televisiva della commedia originale da ieri disponibile su rai play insieme con tutto il teatro di Eduardo.
E mentre sullo schermo scorrevano le immagini dell’opera teatrale ho capito perché avevo sentito la necessità di rividerla.

Sensa nulla togliere alla pur meritevole traduzione cinematografica vi dico quel che penso.

Vanessa Scalera e Massimiliano Gallo sono due ottimi attori, ma qui come nella serie di Imma Tataranni tendono o sono invitati dai registi ad esasperare le caratteristiche dei personaggi che interpetrano: troppe lacrime per Amalia, troppo remissivo Gennaro; Amalia che fa i dispetti a Vicenzina,  Gennaro che smette di fare il morto quando si parla del formaggio o pronuncia gli ora pro nobis sul finto letto di morte appena il brigadiere (con il fucile a tracolla) gira la testa quasi a penderlo in giro sono elementi macchiettistici che cercano in qualche modo di dare sprazzi di commedia al film che invece per il resto ne è privo.

Anche commedia   è invece a pieno l’opera originale nella quale i momenti leggeri ed esilaranti sono frutto della ricchezza dei dialoghi (per esempio il colloquio con il compare ladro del figlio) o di personaggi come Assunta, praticamente assente ieri sera.
Purtroppo la moltiplicazione degli ambienti nei quali  si sviluppa il film e l’inserimento di scene del tutto assenti nell’originale hanno gioco forza portato alla cancellazione o al ridimensionamento, se non all’incomprensione di dialoghi fondamentali nell’equilibrio della storia.
Una cosa è un film, un’altra e il teatro dove l’unità di tempo, di luogo e di azione codificata da Aristotele è rispetttata da Eduardo (stesso  ambiente,il basso; ogni atto si esaurisce nell’arco di una giornata ) lungi da essere dei limiti sono i parametri guida per la genialità di De Filippo.

Ed infine mi pare che il film sia troppo atemporale (non c’è una sola volta nei dialoghi la parola fascista), poca coralità (per esempio, eliminazione del dialogo fra Maria Rosaria e le sue amiche sostituito dalle scene di una festa di ballo). Scene francamente superflue come quelle della ricerca della pennicillina da parte di Amalia tendenti a sottolineare la drammacità del momento che invece nel teatro viene resa più efficaciamente dalla lunga assenza  di Regina Bianchi sulla scena.

Comunque il film è più che decoroso ed ha il grande merito di sottolineare la forte attualità di Eduardo in questi tempi in cui la quantità  dei fogli di mille lire è sempre di più la pseudo-misura della qualità della vita.
Bellissima ed emozionante la canzone di Pino Daniele sui titoli di coda.
Insomma, se non lo avete ancora visto fatelo….ma poi….anche Eduardo.