Matteo Fasano: La valigia, partenza e arrivo in noi stessi

Ho preparato da poco la mia valigia e mi è comparsa l’ansia! Forse il ricordo di un viaggio passato o il sogno di una meta futura. Forse l’emozione di scoprire nuovi luoghi, culture e persone. Forse l’agitazione di preparare tutto il necessario o la nostalgia di lasciare qualcosa dietro. Compagna fedele che ci accompagna lungo il nostro percorso, testimone delle nostre scoperte, delle nostre gioie e delle nostre difficoltà, essa diventa il riflesso della nostra personalità, dei nostri gusti e delle nostre scelte.

La valigia ha un duplice emblema: è simbolo di partenza, di cambiamento, di sfida. Esploriamo il mondo, fuori dalla nostra comfort zone, come si usa dire di recente. Ci mettiamo alla prova, inseguendo la nostra curiosità, la nostra sete di conoscenza o semplicemente diventiamo pellegrini per realizzare i nostri sogni, per imparare, per crescere, per alimentare la nostra fede. Ma è anche un simbolo di ritorno, di arrivo, di appartenenza. In essa abbiamo portato le nostre storie, le nostre impressioni, le nostre emozioni. E in essa, almeno per me, non può mancare con il ritorno una piccola calamita dei luoghi che ho visitato. Lo confesso, forse è una stupidata acquistarne una in ogni luogo che visito ma quest’oggetto colorato è anche un modo, oltre che con la fotografia, per creare un legame con il territorio visitato. Porto con me un pezzo di quel mondo. Mi occorre per alimentare i sogni, per stimolare progetti futuri.

La valigia purtroppo è anche necessità, per chi, come me, ha affrontato un percorso di cure. Ansia e inquietudine sono diventati i miei compagni di viaggio. Ricordo ancora quella drammatica improvvisa fase di organizzazione, la scelta di oggetti personali, pensando forse che sarebbe stato il mio ultimo viaggio, la mia ultima valigia. La valigia diventa così un simbolo tangibile della situazione che stiamo affrontando, un segno che indica un momento di transizione e di cambiamento, poiché si tratta di prepararsi ad affrontare un periodo di sofferenza, di debolezza e di incertezza, in cui ogni dettaglio assume un’importanza cruciale.
Mentre affrontiamo l’inquietudine che può suscitare il momento di preparare una valigia, ricordiamo che a volte è nell’incertezza e nella vulnerabilità che possiamo trovare la forza di adattarci alle sfide che ci attendono, preparati a vivere ogni esperienza con coraggio e determinazione.
Ma sono momenti passati e quella valigia è stata poi riaperta più volte!
Viaggiare è diventato molto più di semplici spostamenti fisici da un luogo all’altro: è un’esperienza che mi ha permesso di arricchire la conoscenza, di immagazzinare impressioni e di alimentare la vitalità. Ogni posto visitato porta con sé un bagaglio di storie, di paesaggi e di emozioni che si insinua dentro di noi e ci cambia.

Le impressioni che raccogliamo, con l’inquietudine che può suscitare il momento di preparare una valigia, fa parte del nostro modus vivendi ma è nell’incertezza e nella vulnerabilità che possiamo trovare la forza di adattarci alle sfide che ci attendono, preparati a vivere ogni esperienza con coraggio e determinazione.
I nostri viaggi sono come tasselli di un puzzle che creano un quadro unico e irripetibile. L’incontro con paesaggi mozzafiato, con opere d’arte straordinarie, con persone affascinanti lascia un’impronta profonda dentro di noi, che arricchisce la nostra anima e ci permette di vedere il mondo con occhi nuovi: un toccasana per la nostra vitalità e per i nostri momenti di felicità. Con la nostra valigia, incontreremo persone diverse da noi ed alimenteremo una vitalità che deriva dalla conoscenza di posti nuovi con un senso di libertà, di avventura, di scoperta che ci rende più vivi e più consapevoli di noi stessi.