Cari Carlo e Enzo,  per me è sempre un piacere leggervi,  anche perché le occasioni di vedersi sono diventate rare e, forse,  i social qualche opportunità aggiuntiva ce l’hanno pure data:quella di mantenere i contatti tra di noi, anche se in forma virtuale. Certo mi lusinga che ci sia qualcuno che ti cerchi per sentire come la pensi (?)  e che faccia da muro contro un’abulìa mentale in agguato.  Detto questo, però no!Per quanto mi riguarda non ho più la forza (qualcuno, sosterrebbe la vis polemica)  di una volta, né, semplicemente, conservo stimoli per abbozzare una qualche proposta politica o sociale che si possa rivelare degna di questo nome. Io poi, (non so voi), sono fuori dalla vita lavorativa attiva, non ho alcun incarico di responsabilità, non posseggo alcun ruolo in pubbliche o private amministrazioni, non sono massone, non sono iscritto al Rotary né ai Lyons. Amministrare, lo sapete,  è terribilmente complesso e, anche, alla fine, talvolta scarsamente remunerativo in rapporto al carico di responsabilità che comporta. Certo ci sono buoni e cattivi amministratori o amministratori semplicemente mediocri.

Ma è gente che ha saputo comunque raccogliere il consenso della maggioranza dei cittadini. Ricordo quando, tanto tempo fa(era il 1999!)  ebbi l’ardire di presentarmi alle tornata elettorale per le Provinciali. Non ce la feci, anche perché metà del partito non mi sostenne. Ma ottenni,  non è solo un giudizio personale, un lusinghiero risultato. Mi dissero che avevo fatto confusione tra proposte tecniche e proposte politiche. Conservo da qualche parte ancora dei folders dove mi illudevo(figuriamoci!) di rafforzare alla Provincia le funzioni perse di sanità pubblica, a partire dall’abolizione della figura del Medico Provinciale. Mi avventurai anche in diverse idee di orientamento ambientalista:proponevo, tra l’altro, una sorta di road pricingper alleggerire il traffico veicolare alla Badia. Più di venti anni dopo, visto quello che sta accadendo nel mondo, una piccola, personale rivincita,  forse, l’ho ottenuta. Ma chi vuoi che si ricordi!

Ma, poi,  con tutta sincerità credo che bisogna dare spazio a una classe politica più giovane (abbiamo amministratori vecchi e continuiamo a essere un Paese dove tuttora vige una strisciante gerontocrazia) . C’è bisogno,  a mio avviso,  di una generazione che maneggi bene i social, che sappia interagire con sistemi d’intelligenza artificiale sofisticati e riesca ad inserirsi negli spazi che questi ci vorranno lasciare. Non so voi, ma io ho qualche difficoltà,  anche solo a livello locale, a pensare a uno schema di proposte sociali realizzabili in questo nuova schema di pensiero e in una realtà così riglobalizzata.  Con questo non voglio dire che dobbiamo, alla nostra età, stare alla finestra e attendere lafine. No. Un ruolo di “consigliere”, di esperto, uno se lo può sempre ritagliare. Ma che ci si limiti a questo.

Permettetemi, infine,  di cogliere l’occasione che mi avete dato per farvi una confidenza.  Il sentimento che provo,  giunto a questa fase della mia vita,  come persona non credente: un senso di vuoto, che sta diventando una sorta di ossessione,  che corre sotto pelle come una fastidiosa fascicolazione muscolare. Ma anche una disposizione d’animo che somiglia sempre più a un senso di straniamento,  di distanza, che arriva financo all’invidia,  che mi ritrovo a provare nei confronti di tutti quelli che siano credenti,  fedeli cristiani,  quelli che si consolano nella certezza di un aldilà e si vedono al cospetto di un Dio giudicante, quelli che ardentemente sperano di rivedere i propri cari, i propri amici in un mondo parallelo composto di anime,  di spirito.  Senza arrivare alle forme di anti-clericalismo alla Odifreddi,  ritengo questa una forma di trascendenza abbastanza infantile,  se non rozza,  certamente inquinata da una visione terrenocentrica.  

Siccome il tempo si va irrimediabilmente accorciando è su questo mio “mood”,  quest’assenza di consolazione che,  cari amici,  adesso tenterei di “ragionare“ con voi.   

1 thought on “Giancarlo Durante: che ruolo per noi?

  1. Anche io sono non credente, Giancarlo, lo sono diventata a fatica nel tempo e nel ragionamento. Parto infatti da una famiglia e da una istruzione di stampo cattolico forte, che nel tempo ho ‘discusso’ fra me e me, semplicemente guardandomi attorno e riflettendo su ciò che vedevo, su ciò che leggevo. Certo mi riesce difficile credere che tutto il nostro ‘essere pensanti’ poi scompaia semplicemente, e questo é il motivo per cui cerco di lasciare traccia del mio pensiero nei giovani che ho attorno, che cerco e che ‘coccolo’ il più possibile. Li aiuto nella loro vita e spero di venire ricordata quando non ci sarò più. Considero miei familiari tutti i giovani che conosco, che frequento, che amo, semplicemente. Questa potrebbe essere una mia impronta, quando non ci sarò più.

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