Francesco Accarino: Valigia… amo et aliquando odi

Esortato a scrivere su questo tema, scopro che, da tempo, alla valigia penso spesso.
Anzitutto perché l’ho sempre a portata di mano; poi perché non c’è mese che non la utilizzi, ormai da decenni, per lavoro, per piacere, per ragioni varie. Qualche anno fa, dopo un periodo di maniacale attenzione per la massimizzazione del contenuto ideale, feci anche una presentazione agli amici, Ex allievi del liceo, alla “Ciurma” di Vietri. Poi, più efficacemente, preparai una tabella con le componenti della mia valigia-tipo, in modo da non dimenticare il necessario. Con il tempo, ho constatato di aver memorizzato un archivio di valigie da 2 a 15 giorni,  per lavoro o vacanze a mare, sulla neve, o in altre località: un po’ dappertutto.
Ma i sentimenti tra me e lei non sono tuttora chiari: è una avversaria da sconfiggere quando la riempio? è un mezzo per garantirmi viaggio e soggiorno senza ansie? è una fidata alleata, nell’attesa in stazione, in aeroporto? un’amica che rivedo, sollevato, sbucare dal nastro bagagli? Poveretta! È solo un contenitore! Mi dà quel che le ho affidato: è il mio transfert.

Eppure suscita sentimenti di alterità: è pesante è leggera, è fatta bene, è fatta male. A pensarci bene è un’àncora, contiene quel che sento di aver lasciato, la sicurezza, il calore, l’affetto, la quotidianità di casa. Dovunque io sia, qualunque sia la ragione che mi porta via, la valigia mi ricorda da dove vengo, da dove sono partito, quante miglia ho fatto e, soprattutto, che mi piace tornare.

All’aeroporto di Napoli, alcuni anni fa, comprai un libricino che prometteva aiuto a scegliere e a fare la valigia. Una delusione! Notizie note e arcinote, senza utilità pratica.
Più passa il tempo e più la mia valigia è leggera! In questo sono aiutato dai nuovi materiali di minimo ingombro, atermici, utili per ogni circostanza: smanicati, tute tecniche, tessuti impalpabili e ingualcibili di giacche e vestiti. E, ammetto anche: scopro che, il giorno del rientro, ho sempre più fretta nel prepararla.
Però, confesso che, da qualche anno, quotidianamente utilizzo lo zaino per portare con me quel che mi serve: i fascicoli (che potrebbero essere riposti nella tradizionale borsa dell’avvocato), ma anche e soprattutto una sorta di cassetta per ogni evenienza. Ci sono post it, penne, blocco appunti, biglietti da visita, pennarello, forbici, minispillatrice, prese per cellulare, ombrello pieghevole, disinfettante (residuo Covid), smanicato leggero, caricabatteria, pin e distintivi Lion, ecc. Insomma la sacca di Eta Beta. Sostituisce la valigia? No!…. È la coperta di Linus, una sorta di amuleto contro gli imprevisti. Ma non è la valigia!!!!

Video su come sistemare le valigie

Gli anni passano e la valigia è primaria compagna della notte (anche una) fuori casa, caso mai insieme allo zaino. E, se pur il desiderio di stanzialità aumenta, cedo alle tentazioni. …… Vuoi venire a Bologna? Sì quando …; In udienza a Roma chi ci va?  Io, così posso andare anche a ….; c’è il Congresso a Genova ……..;  c’è l’incontro a Arezzo ……; c’è , c’è, c’è  ….. Cerco di organizzarmi e vengo. E lei, la valigia, remissiva e paziente, ad assecondare le violenti forzature per un inutile maglione che non vuole entrare, a cercare di “dimagrire“ per rientrare nei bagagli a mano, o ad adeguarsi alle recenti decisioni di Trenitalia che dal 1/3/2024 impone una valigia per passeggero.

Nel viaggio senza valigia? Un naufrago!

Vi lascio la mia tabella: potrebbe essere utile.