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Mi è sempre piaciuto viaggiare, quando ero bambino mi piaceva quell’emozione che provavo nei giorni antecedenti la partenza. Si cominciava con lo scegliere i vestiti che sarebbero stati i più adatti al luogo di destinazione. Se si andava al mare allora era facile, ma la montagna creava un clima di estrema tensione, poteva servire tutto, dal costume da bagno al maglione invernale anche se si era in pieno agosto. Mio padre non voleva o sapeva rinunciare al vestito elegante e mia madre, donna ansiosa e sempre preoccupata per il mio stato di salute, valutava i vestiti che mi avrebbero salvato da non so da quale malattia, per non sbagliare la maglia di lana a maniche lunghe era indispensabile. Con il passare degli anni, soffrendo io terribilmente il caldo, ho capito che era proprio maglia di lana la causa di tutti i miei raffreddori, una volta tolta non li ho avuti più. I tempi della mia infanzia ed adolescenza erano tempi strani perché si ubbidiva ciecamente ai genitori e il guardaroba lo sceglievano gli adulti, quando lo racconto ai miei figli loro sembrano increduli. Poi arrivava l’eccitazione per l’imminente partenza per il lungo viaggio che ci aspettava, le macchine venivano riempite di oggetti e per l’occasione si montava il portabagagli perché le valige sarebbero state caricate lì sopra, il concetto di aerodinamicità era, in quella lontana epoca, del tutto sconosciuto.

Quando tutto era pronto, preferivamo partire di notte per via del caldo, si cenava in religioso silenzio, la tensione era a mille. Ricordo in particolare una partenza, la destinazione erano le “Dolomiti”, la distanza che separa Albano Laziale da Pozza di Fassa era di circa 750 km, con l’850 special il viaggio sarebbe durato ,ora più ora meno, dodici ore. Vivevo quel viaggio come se fossi uno di quegli astronauti che pochi mesi prima era sbarcato sulla luna, era il 1969, io avevo 7 anni e di lì a poco avrei visto le Dolomiti. La vacanza fu bella, i luoghi fantastici, ma le emozioni che provai prima di quella epica avventura non le dimenticherò mai. Se devo associare la parola viaggio ad un ricordo questo è quello che sceglierei. Ora vivo in Finlandia, sono a 3500 km da dove sono nato, con l’aeroplano sono a casa in 6 ore, ma la poesia si è persa.

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