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Seduta sul pendio di me stessa
Ti guardo e mi spaventi
Non ti conosco
Sei al margine del mio essere
Ti distinguo
Ci provo
Non ti vedo
Mi affanno nella corsa libera per raggiungerti e toccarti…
Odo il tuo ghigno.
Mi spavento, madre dei miei silenzi.
Compari e mi perdo in ciò che sono.
Tu che valorizzi e denigri il mio essere.
Tu… serenità e delirio
Tu… carezza e schiaffo
Tu… pretesa e disperazione
Mi vesti di abiti diversi
Ed io delicatamente sorrido a ciò che sono… sola.

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