40 multe ’80

Qualche giorno fa stavo celebrando il rito, per me sporadico, ma caratteristico di noi cavesi: una passeggiata mattutina sotto i portici. Ero in compagnia di Enzo e Claudio e, giacché per noi anziani il nostro passato colora spesso il nostro presente, le chiacchiere davanti ad un caffè cominciarono a vertere sugli anni ’80, sulla prima repubblica ed in particolare sul Vallo di Diano che ben conoscevamo, io per ragioni anagrafiche, Enzo e Claudio per motivi professionali. Per illustrare la prassi politica di quel tempo Enzo parlò di un rocambolesco tentativo fallito di un suo licenziamento da parte di un potente e tirannico senatore del posto che, per non fare nomi, si chiamava 39+1.
Claudio invece ci raccontò un episodio riguardante lo stesso parlamentare.
Il senatore Enrico un giorno chiamò a rapporto, non si sa bene a quale titolo, il comandante dei vigili urbani di Polla o di San Pietro al Tanagro e dandogli del tu, come usavano allora i politici verso persone che giudicavano loro sottoposti, lo redarguì dicendogli:
“Ho notato che non fai più multe agli automobilisti, come mai?”
Al che l’altro rispose mortificato:
“Ma senatore, giacché quando le faccio voi poi le annullate, ho pensato di togliervi il fastidio di pensare anche a questo”
“Sei una testa di cavolo! Non hai capito niente! In questo mondo ognuno deve fare quel che gli compete; tu devi fare le multe, anzi più ne fai e meglio è, ed io le devo togliere; capisci o ti devo spiegare perché?
Tu sai come mi chiamo! Vattene, ma per tua tranquillità, ogni settimana voglio vedere almeno tante multe quante ne contiene il mio nome”