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La mia è una valigia piena di ricordi. E’ un lungo viaggio nella vita, iniziato nel 1940, tempo di guerra a Napoli. Da allora non ho mai smesso di viaggiare con la valigia piena di abiti e con la fantasia. A dieci anni feci il primo lungo viaggio in treno diretta a Venezia, città divenuta poi la mia seconda casa. I viaggi più belli sono stati quelli con Raffaele e le mie tre figlie. Avevamo una Miniminor bianca così carica che il portabagagli non fu più sufficiente e comprammo un carrello. Valige? NOOOO bauli e la immancabile tenda.

Ne potrei raccontare di aneddoti! Quando le figlie divennero grandi non vollero più venire con noi, preferivano gli amici. Vere avventure di due coniugi incoscienti. Valle d’Aosta, Courmayeur. Decidemmo di andare su al rifugio, ma la seggiovia era ferma, la signorina della stazione, con moltissima scortesia ci disse: “Le escursioni sono terminate andate a piedi!” Andare dove? Rammentai che al club alpino mi avevano raccomandato di seguire sempre lo stesso percorso numerato. Per salire a Courmayeur era il numero 4 e ci avviammo. La gente ci passava davanti, salutava e spariva, sui prati signore in costume prendevano il sole.

Salivamo mangiando fontina e pane casereccio, l’orologio segnava sempre le 14, arrivammo in un bellissimo alpeggio, su una roccia lessi: 3250 metri, qui la valanga…” O cavolo !- urlai – dobbiamo tornare immediatamente indietro.” A valle l’orologio segnava le 18…avevamo rischiato di essere presi dal buio e perderci. Spagna, anni sessanta la valigia piena di gioventù, settembre un caldo atroce. A Barcellona prendemmo alloggio all’hotel Gaudi. Stanchi per il lungo viaggio in treno andammo a letto, la valigia sul pavimento, aperta. Nella notte sentii il rumore di una fontana aperta, Raffale al mio fianco non c’era, scesi dal letto per andare a cercarlo e mi trovai con l’acqua alle caviglie. La valigia zuppa e le mutande che nuotavano in un mare d’acqua. Intanto qualcuno bussava con forza alla porta. Avevamo allagato l’albergo…il mio signor marito aveva caldo ed era andato a farsi un bagno, ma…ma …. si era addormentato nella vasca da bagno col rubinetto aperto. Ci cambiarono stanza e dovemmo pagare le donne che vennero a mettere in ordine. Poi la valigia è servita per viaggi affatto ameni, per salute Cava-Milano, Milano-Cava. Ora la valigia è un fardello di memore bellissime e tristezze, di rimpianti, di successi e fallimenti… è.. La valigia della vita.

2 thoughts on “Anna Maria Morgera:La valigia della vita

  1. Grazie Anna Maria, mi hai fatto ‘vivere’ dei pezzetti della tua vita ricca di esperienze bellissime. Ti abbraccio

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