Dalla Finlandia scrive Fabrizio

Sono giunto a un’età matura, qualora esista mai un’età in cui un uomo o una donna diventino maturi,  un’età in cui il passato si collega al presente e il futuro si svela come un sentiero da percorrere. Come recente appassionato della filosofia buddhista, la mia percezione della solitudine e  del sentirsi soli è molto cambiata.

La solitudine è diventata un regalo, un’opportunità per ritrovare la propria essenza. È l’occasione di allontanarsi dal frastuono esterno, immergendosi nella quiete della propria mente. la solitudine può portare alla consapevolezza profonda e, a quello che è l’obiettivo di un buddista, all’illuminazione interiore che per me rappresenta il capire il senso della vita

Il sentirsi soli diventa quindi una sfida che si scontra con la comprensione fondamentale dell’interconnessione ovvero che tutte le forme di vita sono interdipendenti, e il sentimento di solitudine è il risultato del non riconoscere questa connessione universale. Il sentirsi soli è una chiamata a rafforzare i legami con gli altri, con il mondo che ci circonda e con le persone che si amano.

Dal mio percorso personale ho imparato che la la riflessione è uno strumento potente per affrontare la solitudine. La quiete interiore mi ha permesso di abbracciare la solitudine come un alleato anziché come un avversario. La consapevolezza di sé e la comprensione della natura transitoria delle emozioni hanno reso la solitudine un compagno di viaggio sostanzialmente piacevole.

Tuttavia, il sentirsi soli richiede ovviamente un diverso approccio. Nel Buddhismo, la compassione, che non è provare pietà, ma tentare di immedesimarsi nell’altro, è fondamentale. Quando ci si sente soli, è un invito a estendere la compassione verso se stessi e gli altri. La pratica della gentilezza amorevole diventa una risposta autentica al sentirsi soli, poiché riconosce il legame universale che condividiamo con ogni essere.

Se voglio dare un senso a questa mia nuova visione della vita posso dire che il mio personale approccio al buddhismo  mi ha insegnato che la solitudine può essere un sentiero verso la scoperta interiore, un modo di conoscere me stesso imparando quello che voglio e quello che non voglio essere.

1 thought on “Fabrizio Di Baldo: Il sentiero Buddhista della solitudine

  1. Molto bella la riflessione di Fabrizio Di Baldo. Hai aperto uno spazio meraviglioso ❤️ Io sto scrivendo alcune cose in merito, ma credo che mi ci vorrà ancora del tempo.

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