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Invito a scriverne

Ho una forte idiosincrasia nei confronti della lingua anglo-americana e se qualcuno vuol saperne il perché può leggerne i motivi qui sul blog nel seguente post.
www.porticando.eu/blog/inglese


Ma, come diceva qualcuno, a volte è necessario volare basso al livello di “Ok, tank you” per cui ora che mi è venuto il desiderio e l’idea di scrivere sulla solitudine  e di invitare te che ora stai leggendo a farlo, può essere comodo ricorrere alla semplificazione loneliness · solitude che spacca il concetto in due separandone in maniera forzata l’aspetto doloroso dall’aspetto piacevole.

La solitudine, a volte vestita da Arlecchino a volta da Pulcinella, chiara come una giornata di sole o grigia come le nuvole, creativa o accidiosa sempre fa capolino nella nostra vita come amica fedele o come dispettosa e importuna compagna di strada e spesso contemporaneamente l’una e l’altra.

Si annida mesta nei like e nel caotico e chiassosso peregrinare della folla virtuale di FB, la trovi frizzante o malinconica nel lavoro, ti fa da calda confidente mentre scorri le pagine di un buon libro, ti parla di te stesso nelle notti stellate, ti è vicina timorosa o adrenalinica nell’attesa, ti permette di isolarti dagli insopportabili rumori di questo mondo, ti circonda nei momenti di delusione o di incomprensione, può essere un torrente impetuoso  o un placido fiume o un lago melmoso, può essere fredda e triste anche se elegante come nell’uomo del Vecchio frac di Modugno o un fiore come nella canzone di Sergio Endrigo, può indurre all’invidia  e all’avarizia oppure all’empatia e alla generosità, può accarezzarti o procurarti dei lividi.Può essere un blues o un canto gregoriano.

Una cosa è certa: scrivere ti farà sempre stare in compagnia con la parte più dolce di te stesso.

Fallo anche tu. Ne sarò lieto.

Nel frattempo se ti va ecco un po’ di musica per tenerti compagnia

Giorgio Gaber La solitudine

Leo Ferré Avec le temps

Gilbert O’ Sullivan Alone Again

Nei prossimi giorni troverai qui i contributi sulla solitudine di amici ed amiche .

1 thought on “Sulla solitudine

  1. “La mia indipendenza, che é la mia forza, comporta la mia solitudine, che é la mia debolezza”.
    Questa frase di Pier Paolo Pasolini descrive perfettamente me, ed il mio rapporto con l’essere sola. Indiscutibilmente la solitudine é quasi sempre il mio rifugio, mi accoglie e mi coccola, ci sto benissimo, me la godo in pieno.
    E’ pur vero però che ho bisogno di riferimenti, di ‘chi mi pensa’, di chi, se mi occorre qualcosa, c’é, mi fa compagnia.
    Ma ti assicuro, Zecca amico mio, che sentirsi soli quando sei in un gruppo di persone é la più brutta sensazione che esista, é ‘quella’ la vera solitudine, la tristezza di non ‘esserci’, di non condividere, di non essere capiti.
    Che voglia di scappare!

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