Isidoro ha sempre amato i sentieri accidentati: giovane segretario della FGCI (federezione giovanile del partito comunista) negli anni ’70 in un periodo in cui i rapporti politici fra il PCI e i gruppi della sinistra erano particolarmente tesi, partecipava insieme con noi della IV Internazionale a tutte le manifestazioni locali o nazionali.
Amori difficili ma duraturi non lo hanno mai spaventato.
Ma forse la più importante sua compagna di vita è stata la musica: è mancino e da ragazzo non si poteva permettere di comprare una chitarra, perciò si esercitava su quelle degli amici e, dovendo muoversi sulle corde con la mano destra, imparò a suonarla al contrario, cosa estremamente difficile.
Poi passò al sassofono, ma credo che sappia e possa suonare qualsiasi strumento. Oggi vive in Toscana, nel Chianti dove da parecchi decenni si occupa di buon vino.
Forse dovrei dire che Tenacia e Pacatezza sono le sue muse.
Carlo ha la capacità di rimettere in ordine le facce del cubo di Rubik in circa 30 secondi o meno. La sua mente viaggia già da molti anni, ma forse da sempre, in modo quantistico. Chi come me ha avuto il privilegio della sua compagnia capisce bene la bellezza, la ricchezza e la gioia di partecipare agli incontri con lui in cui filosofia, fisica e affetto si mischiavano a musica, letteratura e cucina.
Oggi posso dire questo: carissimo Carlo, imparare la chitarra al contrario è stata una necessità ma non tanto difficile.
Incontrare te, rosaria, enzo, sandro, elio, matteo, ‘u vallone, quello sī ė stato difficile da sostenere ma sono ancora qui e ne sono felice.