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La mia valigia è quella di un uomo in perenne viaggio, un uomo che sa che non troverà mai un porto sicuro nel quale approdare. E’ la valigia delle incertezze, delle parole non dette, dei silenzi interrotti quando il silenzio sa comunicare, è il racconto di una vita. All’interno ci sono vestiti che narrano le mie esperienze e le trasformazioni avvenute nel corso degli anni, talvolta scelgo il vestito logoro dei ricordi, altre volte quello nuovo della leggerezza che non si trasforma mai, almeno spero, in superficialità. Ci sono spazi vuoti pronti ad accogliere nuove esperienze anche se il mio pessimismo mi fa sempre dubitare che ciò possa accadere. Ogni oggetto è un microscopico tassello del viaggio personale di uomo, una testimonianza dei luoghi che ho visitato e delle persone che ho incontrato lungo il cammino che hanno saputo dare un senso profondo alla mia esistenza. E mentre continua il mio viaggio, la valigia rimane la mia fedele compagna, una compagna invecchiata dal tempo, ma che sa, con profonda saggezza, indicarmi la direzione da seguire. E’ lei che porta me e non potrebbe essere altrimenti, è quello che siamo stati e che siamo che ci racconta quello che saremo.

Non dimentico mai, quando sono in partenza, di mettere nella mia valigia un libro di poesie e la musica di Bach. Ho sempre bisogno di ricordare che in un mondo violento e stupido, non può mai esistere la violenza se non è accompagnata dalla stupidità, esiste anche la bellezza, è la bellezza dell’esistere che dovrebbe indicarci la via da seguire, ma per distrazione tendiamo a dimenticarlo.

Il mio Neruda

Posso scrivere i versi più tristi questa notte.
Posso scrivere , ad esempio : La notte è stellata,
e tremolano, azzurri, gli astri in lontananza.
Il vento della notte gira nel cielo e canta.
Posso scrivere i versi più tristi questa notte.
Io l’amai , e a volte anche lei mi amò .
in notti come questa la tenni tra le mie braccia.
La baciai tante volte sotto il cielo infinito.
Lei mi amò, a volte anch’io l’amai.
Come non amare i suoi grandi occhi fissi.
Posso scrivere i versi più tristi questa notte.
Pensare che non l’ho. Sentire che l’ho perduta.
Udire la notte immensa, più immensa senza lei.
E il verso cade sull’anima come sull’erba la rugiada.
Che importa se il mio amore non poteva trattenerla.
La notte è stellata e lei non è con me.
É tutto. In lontananza qualcuno canta. In lontananza.
La mia anima non si rassegna ad averla perduta.
Come per avvicinarla il mio sguardo la cerca.
Il mio cuore la cerca, ma lei non è con me.
La stessa notte che fa biancheggiare gli stessi alberi.
Noi quelli di allora non siamo più gli stessi.
Più non l’amo, è certo, ma quanto l’amai.
La mia voce attraverso il vento le accarezza l’udito.
Di un altro. Sarà di un ‘altro. Come prima dei miei baci.
La sua voce, il suo corpo chiaro . I suoi occhi infiniti.
Più non l’amo, è certo, ma forse l’amo .
Perché è così breve l’amore, e così lungo l’oblio.
Perché in notti come questa la tenni tra le mie braccia,
e la mia anima non si rassegna ad averla perduta.
Benché questo sia l’ultimo dolore che lei mi causa
e questi gli ultimi versi che io le scrivo.

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