Da qualche tempo Renato ha ripreso a fotografare con una maggiore simbiosi fra gli occhi della sua mente e l’obiettivo della sua reflex. La timidezza che traspariva dalle sue pur pulitissime e folgoranti vecchie foto si è trasformata ora in potente forza espressiva; i suoi scatti sono diventati più profondi e prenetranti e allo stesso tempo, o forse proprio per questo, più silenziosi ed essenziali; mentre guardo le sue immagini il mio tempo interiore sembra rallentare la sua corsa, forse perché non ci sono rumori da cui fuggire.
Giacché stiamo parlando, ancora per qualche giorno, di solitudine ho pensato di fare qui questo gioco: aggiungere a qualche foto del mio amico titoli che ad essa ammiccano più o meno palesemente.
La solitudine nelle dita
Quanta sincera e saggia descrizione ha aggiunto Carlo alle bellissime foto di Renato e quanto vi voglio bene. Un bacio assai.
Bellissime ed espressive, queste foto, complimenti a Renato
Le ultime tre, come dice chi ha scritto, sono davvero profonde. Forse il bianco e nero è la cifratura giusta. Ma chi è Renato?